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Claudio Onofri

Claudio Onofri è un predestinato in tutti i sensi.
Nasce a Roma il 24 luglio del 1952 e, ancora bambino, si trasferisce con la famiglia a Torino (l’abitazione si trovava in piazza Toti, al civico 15, Scala E).

Claudio ha solo nove anni quando arriva nel borgo Vanchiglietta, dove si guadagna subito il soprannome di Romanino. Per le sue origini, certo, ma anche per quel carattere tipicamente capitolino e quell’accento marcato, entrambi ostentati e mai mascherati.

Con la palla tra i piedi però c’è poco da discutere.

Claudio Onofri

Nella foto, la squadra che partecipò al Torneo Ilo Bianchi nel 1967, eliminando anche la Juventus di Mario Pedrale. Claudio Onofri è il secondo da sinistra, in piedi, con la fascia di capitano al braccio. 

BIOGRAFIA

I primi anni nel Vanchiglia

Sul campo, il pensiero di Claudio Onofri è veloce, intuitivo e scava un solco netto tra sé e gli altri.
I pionieri vanchigliesi (Santagostino, Mantovani e compagni) lo notano subito nelle lunghe battaglie attorno ad un pallone: si accorge di lui anche Matteo Bruno Dalla Riva, già da alcuni anni responsabile del NAGC del Vanchiglia.

La strada che lo separa dal campo sulla sponda sinistra della Dora è breve: Romanino può iniziare a giocare su un campo che non è proprio il massimo, ma almeno ha le porte con le reti, le linee di demarcazione, gli spogliatoi.

In quegli anni, il Vanchiglia cresce in modo esponenziale sotto l’aspetto tecnico, grazie a un brulicare continuo di talenti. Il più giovane di tutti è proprio Claudio Onofri, che in quel di Lungo Dora Pietro Colletta trova una scuola di vita prima che una scuola di calcio, una dimensione accomunante che forgia uomini prima che calciatori.

Diventa, così, un libero formidabile, ma – al Vanchiglia prima e nelle giovanili del Toro poi – ricopre il ruolo di mezzala e regista, con il numero dieci sulle spalle.

Da Torino a Genova

La svolta avviene in una calda estate della seconda metà degli anni Sessanta, quando – al termine della stagione calcistica – Claudio Onofri diventa ufficialmente un giocatore del Torino e qui resta fino alla Primavera, quando la società granata decide che per Claudio è arrivato il momento di andare un po’ in giro a farsi le ossa.

Come giocatore di Prima Squadra muove i suoi primi passi nella Pro Vercelli, per poi passare al Montevarchi e alla Clodiasottomarina. La sua esplosione come giocatore professionista avviene nella stagione 1975/76, quando disputa un grandissimo campionato di Serie B con l’Avellino, guadagnandosi la chiamata del Genoa nella massima Serie.

Le sue migliori stagioni saranno proprio al grifone rossoblù: anche il suo ritorno in granata con il Torino (una sola stagione nel 1978-1979, con 10 presenze) non sarà paragonabile agli splendidi anni trascorsi a Genova, dove decide di tornare nel 1979 per restare fino al 1985. Gioca ancora una stagione con il Catania (1985-86 collezionando 6 presenze), prima del ritiro definitivo.